Mio zio mi ha raccontato di una truffa pericolosissima che ha subito. Gli è andata “bene”, poteva andargli molto peggio
Qualche giorno fa, mio zio mi ha raccontato una storia che ha dell’incredibile. Una mattina, mentre faceva colazione, ha ricevuto una notifica dalla banca. Pensava fosse il solito aggiornamento, ma quando ha controllato, si è accorto che mancavano circa 2000 euro dal suo conto. “Ho pensato a un errore,” mi ha detto, “ma poi ho capito che c’era qualcosa di molto più grave.”
Quei soldi non erano stati spesi da lui. Qualcuno aveva praticamente svuotato il suo conto secondario, e tutto era successo dopo aver scaricato una applicazione apparentemente innocua. La sua esperienza, purtroppo, non è un caso isolato. Sta girando un nuovo virus informatico, e le sue conseguenze possono essere devastanti.
Il virus si chiama DroidBot, e il suo nome potrebbe sembrare familiare a chi segue le notizie sulla sicurezza digitale. Questa volta, però, il problema è diventato molto più serio: DroidBot ha raggiunto l’Italia e si sta diffondendo rapidamente, colpendo i dispositivi Android.
Ma come funziona? DroidBot si maschera da applicazione legittima, spesso legata alla protezione della privacy o alla sicurezza del dispositivo. Una volta installato, inizia il suo lavoro silenzioso ma micidiale. Utilizzando tecniche come il keylogging (cioè l’intercettazione di tutto ciò che scriviamo sulla tastiera) e gli attacchi VNC (che consentono agli hacker di accedere da remoto ai dispositivi), il virus raccoglie dati sensibili, come le credenziali bancarie, e li usa per svuotare i conti.
Mio zio, senza saperlo, ha dato accesso al suo conto installando una di queste app trappola. E il peggio è che DroidBot è talmente sofisticato che è quasi impossibile accorgersi della sua presenza fino a quando non è troppo tardi.
In Italia, il problema riguarda molte delle principali banche, tra cui Unicredit, Intesa Sanpaolo, Poste Italiane e Mediolanum. Ma non si limita solo a loro: il virus prende di mira anche piattaforme di criptovalute e altre istituzioni finanziarie.
Cosa fare per proteggersi? Prima di tutto, bisogna essere estremamente cauti con ciò che si scarica. Anche le applicazioni che sembrano sicure possono nascondere insidie. Mio zio, ad esempio, ha scaricato l’app su consiglio di una pubblicità online che prometteva maggiore privacy. Un clic incauto, e il gioco era fatto.
Alcuni segnali a cui prestare attenzione:
Quello che sorprende è la rete che si nasconde dietro DroidBot. Non si tratta di un virus casuale, ma di un vero e proprio strumento venduto su canali come Telegram a chiunque voglia utilizzarlo per scopi criminali. Gli affiliati pagano fino a 3000 euro al mese per ottenere l’accesso al malware e ai suoi strumenti. Un giro d’affari spaventoso che sfrutta la vulnerabilità degli utenti meno esperti.
Se c’è una lezione che ho imparato dalla storia di mio zio, è che la prevenzione è fondamentale. Ecco alcuni consigli per proteggerti:
Per fortuna, il conto svuotato di mio zio era secondario, e i soldi persi non erano quelli che usa per le spese quotidiane. Ma non tutti potrebbero essere così fortunati. Questa storia ci ricorda quanto sia importante essere vigili, soprattutto in un’epoca in cui la tecnologia ci rende vulnerabili tanto quanto ci facilita la vita.
E tu, sei sicuro che il tuo smartphone sia al sicuro? La prossima volta che scarichi un’app, pensaci bene: potrebbe essere la chiave per svuotarti il conto.
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